TRA scienza e spirito (da un post FB di Roberto Rini)

enniente…non ce la si fa. Purtroppo temo che il tempo dei bilanci sia giunto ed era “prima’ che andava fatta una ricerca sul senso di questo delirio-meraviglia chiamato “vita”. Se hai più di 30…40…50 anni…il tempo per farti due domande lo hai avuto…e pure per cercare le risposte. Ora, questa civiltà oscilla, nel suo bisogno di certezza, tra due visioni: da un lato c’è l’aggrapparsi ad una scienza che, ben lungi dal dare risposte alle domande sul fondamento originario, sulla creazione, sul tempo, sulla vita umana, sulla felicità, sull’evoluzione e sul destino possibile, si presenta come unico metodo oggettivo… peccato che il problema dei metodi è che non si reggono da soli senza che ci sia un soggetto conoscente che li usi, e se questo è condizionato rimane cmq “soggettivo” il suo approccio… Il vanto di una scienza “neutra” avulsa dall’emotività e dalla soggettività si scontra con l’evidenza di una serie di scelte che orientano lo sguardo su qualcosa e non su altro, selezionando ciò che va indagato in base al proprio percepire e domandare, …in altri termini una comitiva di ciechi pur con delle lenti sempre un cazzo vedrà…e tutti quanti arriveranno alla conclusione “scientifica” che non esiste nulla chiamato “colore”. Inoltre tale metodo si applica solo ad aspetti grossolani della realtá e concepiti come “separati” dal soggetto conoscente (che in realtá è esso stessa “realtà”). La scienza utilissima, “neutra” e bellissima, ha contribuito in mano dei coglioni a creare il mondo disarmonico e alienante in cui viviamo… per il semplice fatto che un metodo è solo un metodo e la differenza la fa la coscienza di chi lo usa.
L’altra visione è quella religiosa e/o spirituale che rivela i limiti immensi della mancanza di evidenza e concretezza oggettiva…per cui “credere” a vergini gravide, elefanti parlanti, arcangeli spermatici, vino che si fa acqua, Padre nei cieli, federazioni galattiche, gerarchie celesti, vuoto cosciente, serpenti d’energia nella schiena, senza alcuna esperienza concreta diretta e condivisa con altri per un minimo di oggettivazione… beh… rischia di portare davvero alla follia.
Il problema della coscienza personale è il fulcro di tutto, sia nella visione scientifica, dove è rimosso, che in quella spirituale, dove rischia di arenarsi nella più totale soggettività, scambiando lucciole per angeli.
Allora non è incomprensibile che molti si attacchino alla materia e al benessere materiale per definire il loro ancoraggio alla realtà… Mi fa cacare, ma lo capisco.
D’altra parte l’uomo si macchia di orrori, violenze, conflitti in nome della gestione delle risorse e alla fine sono i vincitori che che dettano legge… no? Ma la visione materialistico-scientifica non ci ha resi “migliori”…solo con più comodità spesso superflue a discapito di questioni essenziali.
Bene, che conclusioni trarre?
Oh… nulla, lungi da me dire il vero e il falso senza prove. Ognuno ha avuto modo e tempo di scegliere una strada e una visione per la realtà. Ma se qualcosa ha forza, energia e verità troverà modo di manifestarsi, cioè rimarrà in piedi oltre le convinzioni soggettive e condizionate, individuali come collettive… indipendentemente da ciò in cui crediamo.
Eppure, ogni tanto, tra gli schemi della mente (scientifici o religiosi fa lo stesso) si apre uno squarcio verso “altro” …era lìche forse occorreva guardare .
(da un post su Facebook di Roberto Rini del 24/09/2020, “TRA scienza e spirito”)
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