“Immuni”: la nuova app che traccerà il 60% degli italiani

Ultimo aggiornamento: 20/04/2020 ore 07:25
“Immuni” è la nuova App che il governo italiano ha scelto di usare per tracciare la diffusione del coronavirus. Ci sono numerosi e pesanti dubbi sulle poteziali implicazioni di tecnocontrollo e violazione della privacy di questa applicazione. La sua installazione nei nostri cellulari viene dichiarata “libera”, “non obbligatoria”, ma volenti o nolenti dovremo in realtà installarla tutti. Specialmente se riusciranno ad associarla ad una serie di servizi accessibili solo tramite questa App. Progettata da Bending Spoons, software house con sede a Milano, in collaborazione con il Centro medico Santagostino è stata scelta fra oltre 300 App simili dalla task force nominata dall’esecutivo, capeggiata da Vittorio Colao, e del commissario straordinario Domenico Arcuri, che ha sottoscritto l’ordinanza. Perché risulti efficace è richiesto che almeno il 60% degli italiani la installi nel proprio cellulare, con una invadenza che ancora non è chiara nella vita privata di ognuno di noi. Viene dichiarata “anonima” e “priva di geolocalizzazione”: voi ci credete? Se realmente così fosse non potrebbe svolgere il suo ruolo di tracciamento. Infatti sebbene dichiari di non usare la geolocalizzazione, utilizza tuttavia sistemi alternativi, come il Bluetooth dei dispositivi in prossimità (v.sotto), che pare genereranno un invio di dati ad Apple e Google. La verità, al momento è che è ignoto quali saranno effettivamente i dati ceduti ed estratti dai nostri telefoni, che confluiranno su un unico server ministeriale, invece che su una rete distribuita di data center. Come verranno usati questi dati? Un aspetto che già da solo è una potenziale insidia alla nostra sicurezza informatica. “Potremo scaricarla gratuitamente”, si dichiara. Una strategia che crea un altro incentivo alla sua diffusione.
Gli attivisti per i diritti umani e gli esperti del settore stanno lanciando diversi allarmi in merito alla sostenibilità a lungo termine delle restrizioni che stanno venendo implementate in queste settimane di emergenza. In almeno 25 Paesi, i governi, democratici e non, stanno facendo largo uso della tecnologia per tracciare i dati dei cittadini, attraverso app o telecamere di videosorveglianza. E il problema più grande è che in molti casi le misure urgenti non prevedono una scadenza. (thevision.com)

Riguardo alla privacy non è stata fornita alcuna garanzia o chiarimento di come si attui la pretesa anonimizzazione dei dati personali. Si deduce solo che verrà usato un “ID” per ogni utente, per cui si tratta nel caso minimo di una pseudonimizzazione, e non di una vera raccolta anonima di dati. I dati confluiranno in “diari clinici” digitalizzati che Il Fatto Quotidiano afferma “Potrebbero almeno teoricamente essere associati a singoli cittadini italiani”.
Immuni ha due parti principali:
- La sezione del diario clinico, registra lo stato di salute ed eventuali sintomi del Covid-19.
- La sezione per il tracciamento dei contatti, che sfrutta il sistema Bluetooth Low Energy (BLE) (che dovrà perennemente essere attivato sul nostro cellulare), e che consentirà di registrare i codici di tutti i dispositivi vicini.
L’App “Immuni” sarà disponibile, secondo i progetti del governo, ai primi di maggio, ma solo in alcune regioni pilota.

Un aspetto decisamente positivo sarà la licenza Open Source di questo software, che teoricamente lo renderebbe ispezionabile da qualunque programamtore esperto. La trasparenza dei software Open Source non deve però essere sopravvalutata, come si ricorderà nel caso della nota falla Heartbleed, un disastroso bug di sicurezza nella libreria di crittografia OpenSSL di cui nessuno si era accorto. Si ricorderà anche il bug Dirty COW che per 10 anni ha compromesso la sicurezza del Kernel Linux. In poche parole con il software Open Source è già accaduto che siccome tutti credono che ci sia qualche altro esperto che lo verifichi, nella pratica non lo fa quasi nessuno. Oppure restano enormi porzioni non controllate.
Il produttore di Immuni prevede di poter aggiungere interfacce software (API) rilasciate da Google e Apple per consentire all’applicazione di restare perennemente attiva in background, aggirando i limiti del sistema operativo Android e IOS. A quali dati, raccolti da questa App, Google e Apple avranno dunque accesso? Cosa ne faranno?
Non è noto in base a quale criterio sia stata scelta proprio questa App fra tutte le altre. Bending Spoon Spa, finora si è infatti occupata di software completamente diversi, ovvero videogiochi e intrattenimento. Anche se è risaputo che in genere, molte queste app di questo tipo, traggono i maggiori profitti estraendo dati dal telefono del l’utilizzatore. Se non avessero delle competenza nel campo della raccolta dati, non gli avrebbero affidato l’App.
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