Giorgio Bianchi da brivido contro liste proscrizione putiniani e ministro De Maio – VIDEO
Aggiornato il 12/07/2022
«Una cosa è certa, non sono una vittima. Sono uno che quando parla fa male, per questo avete paura di me. Per questo evitate accuratamente di intervistarmi in video.
Volete la guerra, che guerra sia.
Compilate le vostre liste, querelatemi, mandatemi i Carabinieri a casa.
Ogni azione vi si ritorcerà contro.
Perché voi siete dalla parte della menzogna, io dalla parte della ragione.
E ve lo dimostrerò.» …così si esprime un Giorgio Bianchi da brivido, fotogiornalista, nella conferenza del 09/06/2022 al Senato. Lo potete ascoltare nel video qui sopra, intitolato “Un progetto per il recupero della sovranità democratica”, tratto dalla versione integrale sul canale Youtube di Visione TV.

Rei di “esprimere opinioni contrarie a quelle del governo”
Con un discorso dirompente, Giorgio Bianchi biasima il ministro Di Maio che lo ha denunciato per diffamazione, Mario Draghi, il Corriere della Sera e il relativo vicedirettore Fiorenza Sarzanini. Indignato dai giornalisti che hanno messo alla gogna lui, Laura Ruggeri, Manlio Dinucci e altri immacolati personaggi con l’epiteto di “putiniani“. Le loro facce sono state pubblicate sul Corriere della Sera, a mo’ di foto segnaletiche, come personaggi sovversivi, da segregare e perseguitare, dichiarati emissari putiniani. Le motivazioni riportate sono aberranti, come ad esempio “l’aver espresso opinioni contrarie a quelle del governo”.
I social, incalza Bianchi, sono ideati e sviluppati in ambiente militare, come ha detto, in ambito italiano, anche Giulietto Chiesa, e riportato da revoluzione.unieditori.com e da Enrica Perucchietti, mai smentiti (ci sono ulteriori documenti e fonti in inglese sul web).
Bianchi denuncia anche l’assasinio di 80 giornalisti contrari al governo ucraino da parte del governo ucraino stesso, l’invio incostituzionale di armi all’Ucraina, la soppressione del dibattito pubblico in italia, l’annullamento del “pensiero difforme”, e infine l’incalzare di un progetto dittatoriale pericolosissimo.

Editoriale di Marco Travaglio “Servizietti palesi”, del 8/6/2022
Mentre celebriamo i 50 anni del caso Watergate, una delle pagine più luminose del giornalismo mondiale, i giornaloni fischiettano, divagano, fanno i finti tonti o addirittura applaudono (Merlo su Rep e Ferrara, ex spia della Cia, sul Foglio) una delle pagine più nere del giornalismo italiano: quella intitolata dal Corriere “Influencer e opininisti: ecco i putiniani d’Italia” e corredata da 9 foto segnaletiche col “materiale raccolto dai Servizi italiani” per un’“indagine avviata dal Copasir” (peraltro ignaro di tutto) su prof, giornalisti, financo parlamentari colpevoli di “controinformazione” sulla guerra per “orientare, o peggio boicottare, le scelte del governo Draghi” e “contestare Palazzo Chigi” con “messaggi antigovernativi” in chiave “filo-russa”. In una parola: un’attività illegale di dossieraggio su liberi cittadini spiati per le loro idee. Come facevano il Sifar del generale De Lorenzo negli anni 60, l’Ufficio Affari Riservati del prefetto D’Amato e gli schedatori della Fiat negli anni 70, il Sismi di Pollari & Pompa e la Security Telecom di Tavaroli nei primi 2000. Solo che in quei casi la stampa se ne occupò per denunciare le deviazioni degli spioni. Invece il Corriere funge da buca delle lettere e fotocopiatrice delle veline, nonché da ventilatore per sparare lo sterco nelle edicole e nel web, e gli altri giornaloni fanno da palo.
Purtroppo criticare il governo Draghi non è ancora reato: bisogna prima ripristinare la lesa maestà. E a noi Putin fa orrore, ma non è reato neppure essere filorussi, sempreché tutti i dossierati lo siano. Se cado dal letto, batto la testa e divento fan di Kim Jong-un, o nostalgico di Hammurabi, o lancio un appello per insediare a Palazzo Chigi un faraone della dinastia tolemaica, sono libero di farlo e nessuno può impedirmelo né spiarmi. A meno che io non commetta un reato. E i reati di chi scrive, pensa e parla sono rari: calunnia, diffamazione, violazione di segreto, istigazione a delinquere, apologia di reato, spionaggio, cose così. Nel qual caso i Servizi devono informare la Procura, non il Copasir o il Corriere. Ma nessuno dei “putiniani” messi alla gogna è accusato di nulla del genere. Liberi i Servizi (il Dis, pare) di verificare se qualcuno prende ordini o soldi da Putin, ma tenendo i nomi rigorosamente coperti finché non esce uno straccio di prova. Che comunque non sarebbe un reato, almeno per i privati cittadini. Per i giornalisti iscritti all’Ordine, farsi pagare da servizi è un’infrazione disciplinare passibile di espulsione (anzi, lo sarebbe: Ferrara e Farina, che prendevano soldi da Cia e Sismi, sono ancora lì). Quindi, cari presidente Draghi e sottosegretario Gabrielli: chi ha ordinato quei dossieraggi? Chi li ha passati sottobanco al Corriere? Sono ancora in corso? Chi si dimette?
Da: ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/06/08/servizietti-palesi/6619230/
La migliore protesta contro finanza, politica e sanità, è ritirare soldi dal conto corrente
Per ogni euro ritirato, la banca perde in media 30€. È una protesta pacifica, poco impegnativa, ma potentissima. Basta ritirare anche una piccola somma. I soldi vanno prelevati in contanti o convertiti in beni di rifugio. Chi è povero può comunque diffondere l’iniziativa.
Leggi l’annuncio e scarica la locandina della protesta.
Sito web di Laura Ruggieri: https://laura-ruggeri.medium.com/
Articoli de Il Fatto Quotidiano sullo scandalo delle liste di proscrizione:
Lo spezzone video in cima alla pagina è tratto dal canale Youtube di Visione TV. La versione integrale qui: youtube.com/watch?v=31nKgnrM9us Il sito web di Visione TV è visionetv.it
Ecco alcuni libri di Manlio Dinucci:
AGGIORNAMENTO DEL 12/06/2022
Anche Mario Giordano non sopporta questo clima soffocante e repressivo delle libere e legittime opinioni. Nel video qui sotto, dalla pagina FB “Sanguisughe”, afferma che l’esistenza di un dossier dei servizi segreti su chi dissente col governo o con la NATO, dovrebbe provocare la caduta immediata del governo.