Consigli di base (da un post FB di Roberto Rini)

Consigli di base (da un post di 1anno fa)
Fino a quando non si è sviluppato l’Osservatore interiore ci si può scordare di essere davvero dentro un lavoro interiore e men che meno spirituale.
Si possono avere lampi fugaci di “qualcosa” di differente, di un diverso funzionamento interiore, di un insight su sè stessi e sugli altri o perfino di qualcosa che ci trascende, ma sono solo piccoli squarci e si richiudono subito perché “casuali”, non dipendono da ciò che fai coscientemente.
Cos’è l’Osservatore interiore? tutte le tradizioni ce lo ripetono fino a farcelo uscire dalle orecchie “sii vigile”…”sii presente”, ma proprio assai…in continuazione..”svegliatevi”, “non dormite”…detto di continuo!
Non ci vuole molto a capirlo, se dormo e guido un auto mi schianto contro un muro!…la nostra vita è la nostra auto, il nostro corpo lo è, l’intera struttura mentale, emozionale e fisica lo è.
Per iniziare davvero occorre essere in un perenne…ripeto perenne…stato di osservazione di TUTTO, ecco perché non c’è separazione tra lavoro interiore e vita esteriore ordinaria! Semmai c’è un tempo speciale di studio (di tecniche, pratiche, metodi, testi, momenti creativi specifici ecc…), che è differente dal fare la spesa, prendere uno spritz o fare un bollettino, anche se poi gli ambiti tendono a compenetrarsi , o meglio il lavoro speciale si riversa in quello ordinario. Ma ciò che accomuna tutti i momenti è l’osservazione continua…
Osservazione significa che vedi davvero in silenzio, senza selezionare…ma accettando, “accogliendo”, intanto ciò che accade fuori – non puoi sognare se attraversi la strada, devi essere vigile e presente… – ma l’ambito vero è l’osservazione di ciò che ci passa nella mente di continuo, nel cuore e nel corpo…
Questo va SVILUPPATO! non nasci “imparato”… la nostra osservazione attenta ha durata, ampiezza e ritmi molto bassi, occorre allenarla al continuum… e cosa accade poi? che man mano l’osservazione si va “svincolando” dall’identificazione mentale, emozionale e fisica, finchè non si densifica ed emerge come un vero OSSERVATORE!
Qui si può avere un pò di paura, come se la “vita” e l'”Osservatore” fossero separati… una specie di “scissione” in cui ciò che credevi “io” si relativizza e appare periferico.
In realtà avviene qualcosa che cambia come un giro di boa il rapporto con le cose…smetti di essere un cretino che proietta o sbrodola pensieri meccanici ed emozioni sulle cose per colorarle soggettivamente…e cominci a vedere in silenzio.
Un esempio concreto: se mio padre mi dice da bimbo che le persone di colore o gli ebrei sono cattivi e me ne devo stare alla larga, ogni volta che ne vedo uno sarò condizionato da questo pensiero e starò guardingo o minaccioso… ecco, in stato di osservazione invece la mente ingolfata da idee esterne si leva dai coglioni e l’osservazione DIRETTA, disincagliata dal pensiero meccanico, ci dice se quella persona specifica…quella vera persona lì nel presente… sia una minaccia o no. La vedremo…la sentiremo…lì per davvero.
(esempio che in un mondo “normale” sarebbe scontato, ma in un mondo privo delle più basilari indicazioni interiori va ribadito nella sua portata di decondizionamento).
Ora, non essere disposti a osservare è ciò che vanifica ogni vera ricerca.
Puoi studiare tutti i mantra, tutte le pratiche interiori, le danze e i canti sacri, i rituali sciamanici, i simboli e le filosofie più astruse, le asanas e le posture, le tecniche di respiro con conteggi e ritmi vari… ma se non osservi…se non osservi tutto…pure mentre sei al cesso, pure mentre parli al barista al bar, o mentre vedi un film o parli con tua zia…avrai solo messo una corazza – una corazza “spirituale” – che ti ovatta la percezione di “ciò che è”, il contesto ampio e reale della tua vera vita.
Se vedi davvero…poi agisci…
Se un amico non è disposto a vedere certe cose di sè e della realtà, lo accogli e gli vuoi bene cmq con tutti i limiti. In un lavoro di ricerca interiore con un maestro invece NON essere disposti a vedere un’evidenza diventa ad un certo punto lo sliding doors per essere mandati affanculo…è la resistenza da abbattere davvero con uno choc.
L’Osservatore è ciò che ti radica nel presente, espandendosi come una sfera d’attenzione, fino a quasi rallentare il tempo ordinario, …inoltre è un denudare le situazioni dagli orpelli psichici per meglio percepire, in primis sè stessi …ed è ciò che non ti fa fuggire in trip “spirituali”, ma ti rende concreto, fino a farti “scoprire” la concretezza di ciò che viene definito “sottile”.
A quale ambito di cose appartiene l’Osservatore? Non alla psiche ordinaria…è invece una specie di radar di Coscienza, che ben presto allargandosi si rivela appartenente ad un ambito di Coscienza più vasto.
Senza questo puoi studiare tutte le culture esotiche, rituali e mistiche del mondo, starai facendo solo turismo spirituale esotico o usando mezzi che danno energia senza che ci sia un centro di coscienza, un pò come una droga…
L’Osservatore è la base e la non-fuga da ciò che è.
(da un post Facebook di Roberto Rini del 17/09/2020, a sua volta basato su un post di un anno prima)
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